Storia-PARROCCHIA TRESCORE CREMASCO

Storia

Parrocchia di Sant'Agata Vergine e Martire - Solennità 5 Febbraio
La chiesa parrocchiale fu realizzata, in sostituzione ad un precedente edificio, tra il 1757 e il 1759. Tra i migliori monumenti del Cremasco, ha una facciata in mattoni a vista modulata secondo gusti barocchi. L’interno si apre con un maestoso complesso di affrechi decorativi, secondo solo a quello della basilica di Santa Maria della Croce, di cui non si conoscono gli autori (ad eccezione del quadrista Orlando Bencetti), ma terminato per la maggior parte nel 1797.
L’aula è dominata dalla grande calotta centrale che proietta, in un cielo lontanissimo sopra balaustrate, una luminosissima Assunzione di

gusto tiepolesco. Nelle quattro vele, gli Evangelisti, due dei quali pressoché cancellati dall’umidità. Nella calotta minore sopra l’altare maggiore, Mauro Picenardi (1735-1809) aveva dipinto la Gloria di Sant’Agata ma, distrutta la cupola da un fulmine nel 1848, il dipinto venne rifatto, con le scene del martirio della Santa, alle pareti del presbiterio. Nell’abside campeggia un’Ultima Cena di grandi proporzioni.

Attorno alla nicchia della Madonna, nell’altare a lei dedicato, si ammirano quindici medaglioni con I misteri del Rosario, opera certa del Picenardi, dove i personaggi sono trattati sinteticamente con rapidi guizzi di luce. Di un anonimo veronese del XVIII secolo è invece la tela di San Vincenzo Ferreri, patrono della Confraternita dei muratori; di scuola settecentesca è anche la Trasfigurazione. Sopra la bussola del portale maggiore, un’Immacolata con San Francesco e Santa Lucia. Pregevole per fattura il gruppo ligneo della Crocefissione, forse del XVI secolo, recuperato dalla chiesa più antica.

I portali laterali, in noce e radica, sono del Settecento, come il coro ed i due semplici ma eleganti confessionali. Un piccolo gioello, infine, è l’organo Serassi del 1765.